Nel blog avevo già presentato il nostro programma di intervento sui luoghi della città da rigenerare attaverso 20 milioni di euro di investimenti europei, più altri 18 di fondi nazionali. Il giornale La Repubblica di Bologna ha pubblica ieri un breve reportage in merito, approfondendo alcuni degli interventi. Disseminati nei quartieri, gli spazi urbani che saranno rigenerati con questo importante intervento fanno parte di un programma complessivo dedicato al rilancio delle periferie da parte del Comune chiamto ‘Piano di Innovazione urbana’. Nel mese di maggio saremo sul territorio, insieme all’Ufficio Immaginazione civica per incontrare oltre 500 realtà associative che nei quartieri svolgono attività sociali e culturali. A loro illustreremo il nostro programma e presenteremo i cantieri di coprogettazione grazie ai quali questi luoghi riprenderenno vita. E’ da questo primo passo che inizia l’avventura dell’Ufficio Immaginazione Civica, destinato ad accompagnare i processi partecipativi dei sei quartieri bolognesi anno per anno. Condivido qui il testo dell’articolo de La Repubblica. Presto ritorneremo nei luoghi anche con un trekking urbano che permetterà di visitarli e di condividere l’emozione di conoscere una Bologna che non vi aspettate: il vostro bene comune.
Spazi urbani da recuperare i fondi UE vanno in periferia.
Venti milioni di euro per venti luoghi alla prima periferia della città. Palestre, edifici dismessi, piccoli negozi vuoti di propietà di Acer da ristrutturare. I fondi UE piovono nei quartieri e agli anziani dei centri sociali già si esercitano a masticare l’impervio acronimo: si pronuncia Pon Metro (piano nazionale città metropolitane), si legge soldi, idee, spazi. Tira le fila l’ufficio immaginazione civica dell’assessore Matteo Lepore. A maggio partiranno i laboratori nei quartieri per coinvolgere i residenti nella progettazione: tra fine 2017 e inizio 2018, via ai cantieri. Per esempio, si dovrà decidere che fare dell’ex scuola di via Lombardia, sulle cui mura campeggia un pezzo di Ericailcane (c’era anche quello di Blu prima che lo coprisse di grigio per protesta) e sul piatto c’è qualcosa come un milione di euro. Ma il tour è lungo e passa per indirizzi sconosciuti.
Circa 700mila euro andranno al Savena per ristrutturare i 700 metri quadri dell’Instabile Portazza, un edificio chiuso da trent’anni dentro un ex villaggio di case popolari “Ina Casa”. Lo progettò l’architetto Francesco Santini: fu prima un centro civico, poi una scuola, quindi l’archivio del tribunale, per finire sepolto nelle pieghe del patrimonio Acer. Un gruppo di residenti ha firmato un patto di collaborazione e da un annetto si ritrova lì due domeniche al mese a imbiancare (il 2mila euro di affitto vengono stornati dal costo dei lavori ) e sistemarne una piccola porzione. I fondi europei serviranno a mettere a posto il resto. «La cosa incredibile – spiega il “quasi architetto” Leonardo Tedeschi – è stata lavorare tutti insieme: pensionati e ragazzini. Questa esperienza sta formando una comunità. E poi impariamo: prima non sapevamo neanche dare l’intonaco». In prospettiva, l’idea è affittare le vecchie aule della scuola ad artigiani e artisti, per fame atelier e laboratori. Ma già da maggio nel cortile arriverà il mercatino di CampiAperti e il 27 c’è l’open-day.
Al San Donato invece l’intervento più grosso è quello del Mercato Sonato: tre milioni. Inoltre sarà rifatto l’impianto di riscaldamento del dormitorio Beltrame e della piccola palestra popolare – aperta a utenti, richiedenti asilo e ragazzi del quartiere – aperta lì tre anni fa.
Al Navile invece gli anziani aspettano con ansia di vedere riaprire il Centro sportivo Pizzoli. La palestra, dentro l’edificio in mattoni rossi che ru lavanderia comunale ai tempi del sindaco Zanardi, è chiusa dal terremoto e dall’Europa arriveranno circa un milione e 400mila euro per risistemarla. Si racconta che nel giardino traslocò anche il Nettuno durante la guerra, per salvarlo dai bombardamenti. «Dovevamo fare un progetto che avesse un impatto sui giovani e sulle povertà – dice Lepore – ; siamo partiti dai luoghi di aggregazione. Rigenerare spazi serve a creare legami». Altri interventi riguarderanno, tra gli altri, villa Serena, il centro sportivo Barca, la biblioteca di villa Spada e il PalaDozza.
Undici edifici nei quartieri della città individuati attraverso il percorso partecipato “Collaborare è Bologna”. Undici luoghi che verranno trasformati grazie ai fondi europei del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014/2020 conosciuto come PON METRO. Sono:
- l’ex Casa Boschini via del Carroccio (quartiere Borgo Panigale-Reno)
- Villa Serena (quartiere Borgo Panigale-Reno)
- lo spazio per attività giovanili e palestra popolare all’interno del Centro Sportivo Barca (quartiere Borgo Panigale-Reno)
- la biblioteca Tassinari Clò e Villa Spada (quartiere Porto-Saragozza)
- la centrale termica della biblioteca Borges e il nido Coccheri (quartiere Porto-Saragozza)
- il PalaDozza (quartiere Porto-Saragozza)
- lo spazio per attività giovanili e palestra popolare all’interno del Centro Sportivo Pizzoli (quartiere Navile)
- l’ex scuola di via Lombardia 36 (quartiere Savena)
- l’ex Centro civico via Portazza (quartiere Savena)
- l’ex edificio rurale in via Fantoni 13 (quartiere San Donato-San Vitale)
- l’ex Mercato San Donato (quartiere San Donato-San Vitale)
E’ in corso anche una ricognizione di locali commerciali inutilizzati di Acer che rientreranno tra quelli interessati agli interventi. Ci sono anche altri stabili interessati a interventi manutentivi straordinari per la rigenerazione energetica: il polo di via del Lazzaretto, l’ex studentato Battiferro di via Beverara, il condominio di via Roncaglio, in centro di accoglienza Beltrame di via Sabatucci, la casa per donne Madre Teresa di Calcutta di viale Felsina, il rifugio notturno di via del Gomito, il polo di via Pallavicini 12, il condominio di via della Canapa e quello di via Campana. Gli interventi su questi ultimi immobili saranno coordinati da personale dell’amministrazione comunale mentre per gli 11 edifici individuati durante il percorso partecipato “Collaborare è Bologna” si dovrà attingere anche a personale esterno per preparare la diagnosi energetica e la verifica di vulnerabilità sismica necessari alla preparazione degli studi di fattibilità e dei progetti preliminari. Per questo si stima una spesa di 300mila euro circa. Altre figure professionali dovranno essere individuate nell’ambito della certificazione ambientale degli interventi, alla valutazione del loro impatto e al monitoraggio; per questo si stima una spesa di 120mila euro. Entrambe le cifre saranno coperte nell’ambito del finanziamento comunitario.
Oltre agli aspetti tecnici la decisione della giunta mette nero su bianco che, per capire la destinazione e la vocazione di questi edifici, ci saranno specifici Laboratori di Quartiere aperti ai cittadini, alle associazioni, alle imprese per avviare una fase di co-progettazione con l’obiettivo di capire la loro vocazione e destinazione. Questo lavoro nei quartieri vedrà il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati, per i temi di competenza.
In questo modo il Comune di Bologna promuove un laboratorio diffuso nella città per promuovere la rete degli spazi di opportunità, come previsto dal Piano per l’Innovazione Urbana, per una città inclusiva a supporto della creatività delle persone, l’attitudine all’imprenditorialità, la costruzione di nuovi progetti e iniziative di collaborazione e partecipazione, nonché la connessione e accelerazione dei progetti già esistenti.
Di seguito le prossime fasi:
- Maggio – settembre 2017: ascolto per le vocazioni degli immobili: attraverso i Laboratori di Quartieri, verranno individuate le funzioni e le attività di massima degli immobili;
- Luglio – dicembre 2017: analisi preliminari per le analisi di fattibilità e affidamento delle attività di progettazione;
- Gennaio – dicembre 2018: progettazione esecutiva e affidamento lavori;
- Gennaio – dicembre 2019: avvio e monitoraggio cantieri
- Gennaio – dicembre 2020: conclusione lavori e avvio delle attività.
Investiamo e ci prendiamo cura delle zone più popolari e diamo priorità ai giovani: creeremo undici nuovi spazi di aggregazione, undici luoghi di opportunità per le persone. Con questa delibera il Comune di Bologna dà il via alla riqualificazione di un primo gruppo edifici pubblici distribuiti nei sei quartieri della città, da dedicare ai giovani, all’animazione culturale, allo sport e ad attività di carattere sociale. Da aprile sono impegnato in prima persona ad incontrare i quartieri e i cittadini per spiegare questo programma di interventi e le modalità di partecipazione al bene comune che stiamo attivando grazie al nuovo Ufficio dell’immaginazione civica.